Alpinisti 3 – Subbacqui 1

Che poi in effetti gli alpinisti sono 2 e il terzo e’ un escursionista per cui non conta. Non me ne vogliano gli escursionisti ma non conta…

Il primo morto del weekend in montagna e’ una signora austriaca di 27 anni (il marito e compagno di cordata e’ ancora in ospedale a Bolzano), la loro cordata e’ stata travolta da una slavina di ghiaccio e neve alla base della parete nord dell’Ortles che avevano attaccato prima dell’alba.

La nord dell’ortles e’ fatta cosi’, la salita di misto e’ data TD (tres difficile…), e’ di 1300 metri e in cima ci sono tratti di ghiaccio a 80°. Relazioni qui e qui. La caratteristica piu’ sinistra di questa paretona di roccia e ghiaccio e’ quella di essere un susseguirsi di imbuti. Se si stacca qualsiasi cosa da ovunque nella parete (e in un chilometro e mezzo di parete di roccia e ghiaccio, qualcosa si stacca SEMPRE), tu che sei alla base di uno dei colatoi ti pigli questo qualcosa sulla fronte quasi con certezza matematica. Questo e’ il principale motivo per cui la salita e’ considerata MOLTO pericolosa e si [dovrebbe] affronta sempre e solo a inizio stagione (non dopo maggio) facendo la parte piu’ a valle in piena notte quando puoi immaginare e un po’ sperare che il freddo tenga su’ i seracchi un po’ di piu’… A inizio luglio questa via, e ancora di piu’ la parte sotto la “gola”, e’ una roulette russa, gli alpinisti lo sanno e le cordate che lasciano il Tabaretta in piena notte con le lampade frontali a illuminare la crepacciata terminale fanno la prima parte della via di corsa per togliersi da li’ il piu’ velocemente possibile. A volte pero’, non corrono forte abbastanza.

Il secondo morto invece origina sui Cadini di Misurina sulle dolomiti orientali. Il primo di una cordata pare sia volato sul secondo tiro della via Dulfer all’omonimo campanile (relazioni qui e qui) e si sia rotto tutto dopo 30 metri di volo.

La via e’ un V max poco protetta con la lunghezza chiave proprio in quel secondo tiro in cui e’ avvenuta la tragedia, sono 50 metri con 2 chiodi e 2 clessidre. Ora, per fare 30 metri di volo da primo bisogna volare con l’ultima protezione che ha tenuto 14 metri sotto i piedi, e a me mi pare MOLTO strano che su una via di V in dolomite non ti accorgi che l’ultimo chiodo o clessidra sono 5 piani sotto di te e non metti niente? Un cordino? Un nut? Un friend? Un chiodo? Uno spit? Qualcosa cazzo…

Delle 2 l’una, o questa via e’ improteggibile e questo va segnalato meglio sulle relazioni, copiando ad esempio dalla scala dei gradi inglesi che accorpa alla valutazione della difficolta’ pura quella dell’esposizione, del rischio e della difficolta’ a proteggersi (i vari E1, E2, E19 ecc.) o da quella ammerigana che mette un commento sul rischio accanto al grado tecnico (“R” per pericoloso, “X” per potenzialmente mortale) oppure piu’ semplicemente l’arrampicatore ha saltato delle protezioni in loco o non ne ha messe di aleatorie o le ha messe male e si e’ messo “da solo” in condizione di farsi mooolto male.

Invece il subbacquo l’hanno trovato a 12 metri ancora legato alla sua boetta… Talkin’ ’bout extreme sports…..

 

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