Chissa’ cosa ci faccio qui [Part 2.]

In un corso di management di un certo livello, uno che e’ Docente di Economia della Conoscenza e di Strategia d’impresa, presidente di questo direttore di quello ecc. ecc. parlava del vantaggio degli Italiani sui cinesi. Che quelli sono fordisti e fanno un milione di pezzi e noi ne facciamo 50, ma noi guadagniamo molto di piu’! E quindi non serve sempre che questi soldi li sperperiamo in modo frivolo (sic.) ma li dobbiamo investire nella conoscenza! Andiamo in giro per il mondo, andiamo in cina a scoprirli questi nuovi popoli!

Al “nuovi” gli sono scoppiato a ridere in faccia, e nemmeno solo io…

Storia di 5 secondi

[secondo 0]

il moschettone fa un bel TLAC netto quando scatta dopo aver fatto passare la corda, so che si e’ sentito anche dalla base della via, so che quindi la’ sotto si sa’ che il prossimo passaggio e’ protetto e che quindi non c’e’ bisogno di chiamare corda. Butto il peso a sinistra richiamando il piede destro dall’opposizione larga contro la parete a vicino al piede sinistro in carico, via dal rinvio e raddoppio la presa di sinistra da cui ho moschettonato. E’ una diagonale a 60° da in basso a dx a in alto a sx di un paio di cm. e quindi raddoppiata tiene col peso a sinistra.

[secondo 1]

Sposto gli occhi dalla presa diagonale ancora piu’ a sinistra a cercare la tacchetta che andro’ a prendere li’, la battezzo come quella con qualche granello di magnesite sopra e la valuto a distanza accettabile per andarla a pigliare senza muovere i piedi. Prima di fare il passaggio sposto le dita della mano sinistra il piu’ in alto possibile sulla presa doppia, poi stacco la destra e di corsa la vado a riposizionare al centro della presa pero’ passando SOPRA alla corda che viene dal rinvio, senno’ poi me la trovo in mezzo ai coglioni e non sara’ bene…

[secondo 2]

Allargo la mano sinistra e raggiungo la tacchetta. Cazzo se e’ piccola, 1 cm al massimo ma in compenso molto netta e orizzontale, forse addirittura con un microbordino che fa molto comodo. Chiudo il pollice ad accavallare sopra l’indice e arcuo, e gia mi fa male… che pippa che sono. Agganciato largo su 2 mani  e con il piede sinistro buono, stacco il destro per portarlo 2 palmi piu’ su e piu’ a sinistra, leggermente incrociando per metterne la punta sul gradino inclinato da cui faro’ il prossimo movimento. Appena ci metto il peso sopra va in carico la tacchetta a sinistra e la roccia comincia a mordere i polpastrelli un po’ piu’ forte e arriva la stranota sensazione di conto alla rovescia: con questo carico, questa presa la tengo per 5 secondi, non di piu’. Dopo mi si aprira’ la mano sia dal dolore alle dita o dallo sforzo muscolare, quello che arriva prima. Questa sensazione me la immagino come se avessi due barre sugli avambracci, come quella in cima alla schermata di supermario quando nuota sott’acqua, che inesorabilmente e con regolarita’ indica il tempo che gli rimane prima di morire annegato. Comunque graziaddio questo e’ un problema che questa volta no ho, qui ci devo stare 2 secondi, forse qualcosa meno…

[secondo 3]

Appiccico il corpo alla roccia cominciando dal bacino mentre alzo il piede sinistro in alto, cazzo quanto in alto… Arrivo alla “””cengetta””” obliqua dove va messo il piede sinistro, essa comincia sottilissima e poi si allarga un filo piu’ in alto, pero’ non posso salire troppo senno’ non mi serve a niente, e devo anche stare attento a non metterci tutta la pianta, bisogna battezzare un punto e metterci il bordo interno dell’avanpiede, torcere un minimo il ginocchio verso l’interno e preoccuparsi di poterci spingere, ben piu’ che di potercisi appoggiare.

[secondo 4]

Appiccico gli occhi al bucone lassu’ imponendomi di piantarla di considerarlo fantascientificamente lontano, senno’ tanto vale che me ne stavo a casa… Ha la forma di una “W” un po’ arrotondata, io punto al segmento che va dal centro all’avvallamento in basso a destra, non troppo in alto perche non ci arrivo, non troppo in basso perche non mi terrebbe. Non posso partire secco, mi serve fare un rimbalzino perche la gamba destra e’ tutta stesa e mi ci spingo pochissimo, faccio 1 respiro profondo e soffio via, assesto un minimo sulla destra, stacco il busto e il culo e dondolo un minimo, 1, 2, 3! lancio.

[secondo 5]

Tiro con la sinistra e spingo piu’ forte possibile sulle gambe mentre sparo in alto il braccio destro il piu’ che posso, inclino le spalle per guadagnare quei centimetri di cui ho disperato bisogno per arrivare fin la’. Arrivo in cima alla parabola verticale del lancio esattamente nel momento in cui il palmo della destra schiaffeggia la serpentinite, e in quel preciso momento chiudo le dita. Il bordo e’ buono e sono in alto abbastanza che quando chiudo lo sento sulla falangina. E’ abbastanza, mi spendo di chiudere piu’ duro che riesco perche scommetto duro sul fatto che terra’. Se perdo mi scortico un po’ di pelle di 3 dita, mi riposo 10 minuti e riprovo, che sara’… La cima della parabola dura niente e quasi tutta la massa del corpo accellera a 9.8 m/s^2 dritto verso giu’, quasi perche un paio di kq li scarico sul piede sinistro e un paio sulla mano sinistra, pochissimo ma tutto fa brodo. Il bordo del buco comincia a mordere forte sulle dita spasmodicamente chiuse e morde ogni millisecondo piu’ forte, dopo le dita tutto il braccio, la spalla e tutta la schiena cominciano ad assorbire il contraccolpo e fa male perche’ e’ tutto ancora steso per arrivare un millimetro piu’ in alto e poi lo spazio per assorbire il contraccolpo non c’e’ piu’ e l’accelerazione si schianta sullo zero movimento e diventa tutta peso. Tutto il carico su un punto, tutto l’impulso rimanente in un momento. E’ il momento della verita’, se le dita si devono aprire, si apriranno adesso.

Non si aprono.

Quando finisce l’impulso la mano e’ ancora li’. E’ il momento di urlare per liberare la tensione ora, mentre rimetto in carico tutti i muscoli dalla schiena alla spalla e al braccio, accorciando la leva e riassestando la mano che tiene e i piedi piu’ in alto e in opposizione.

Stacco la sinistra e vado a raddoppiare, da qui non mi tolgono nemmeno le cannonate penso, mentre gli occhi rimbalzano meccanicamente verso il prossimo chiodo.

Ma quelli sono altri 5 secondi, ne parliamo un’altra volta…

cazzo di quarti di finale… [capriccio diagonale slight reprise]

Riproviamo ad arrotarci un po’ i denti sul calcare finalese, demotivational supremo dopo mesi di inattivita’ sulla roccia e scegliamo un multipitch gia provato e apprezzato quasi 2 anni fa’, c’ha un primo tiro ai confini del banale (dice…) un secondo un po’ delicatino e unto, un terzo ciapa_e_tira e una calata geniale di 30 metri nel vuoto dentro alla grotta dell’edera che da sola vale lo sbattimento. Ottima occasione questa tra l’altro per far provare il thrill delle doppie ai “secondi” di giornata…

Buone relazioni le trovate qui e qui per cui tenderei a non ripeterle scrivendole peggio… Limitiamoci a delle note sparse:

  • Sulla guida “””ufficiale””” del finalese, quella di Andrea Gallo di rockstore per intenderci, come al solito i tiri sono sottogradati in modo quasi insultante. Basti pensare che sulla sua relazione il primo tiro e’ un 4c e il terzo… pure.
  • La catena di sosta del secondo tiro e’ marcia. Conviene di brutto sostare sull’alberello 1 metro sopra e 2 metri a sinistra
  • La calata nella grotta dell’edera vale il 40% della via. Immaginare una ripetizione senza di essa e’ decisamente sconsigliabile.
  • Detto questo, se state andando, fermatevi a investire qualche euro in un maillon rapide grosso da mettere accanto a quello che c’e’ sui cordoni di calata; e’ piccolo e consumato… Vi tiene eh, pero’ se vi fate pigliare dallo spirito per cui le vie sono di tutti, e’ meglio.
  • Luscita dalla grotta dal cunicolo in basso e’ scomoda ma divertente. Utile ma non indispensabile una torcia per gruppo, indispensabili scarpe sensate, si scivola molto…

Le sensazioni dopo 6 mesi quasi di stop dai multipitch e dal calcare sono contraddittorie, il primo tiro ci ha menato, sia io che l’altro primo abbiamo fatto tanta fatica, anche psicologica e i chiodi sono a 2 metri di distanza l’uno dall’altro…

Il problema e’ che su quel calcare lucido li’ sembra tutto aleatorio! Sembra sempre che debba venire via da un secondo all’altro, non ti fidi di niente e ti caghi addosso. A inizio stagione e’ una sensazione orribile……

Sul secondo e sul terzo invece e’ andato tutto molto meglio ma la “forma” e’ proprio un’altra cosa.

This software is provided “as is”

Prove me wrong in case, ma non mi pare che windows venga venduto con una licenza “as is”, anzi direi che lo paghi molti dolla e lo paghi x buono… Cioe’ non e’ che tu pigli il lavoro volontario di uno che sta in una comunita’ di sviluppatori (che poi parliamoci chiaro e’ una mailing-list di sfigati), scarichi, installi e se il sw ti ammazza il cane sono tutti cazzi tuoi, windows 7 professional (PROFESSIONAL eh, mica cazzinculo…) lo compri perche’ la geometrica potenza di redmont si scateni nel tuo mondo produttivo come una fottuta tribu’ di schiavi egiziani.
E quello, per gratitudine, ti manda a cercare i messaggi d’errore online… Non nella SUA documentazione online, su internet direttamente!
Con gugol ovviamente, che se devi trovare roba con bing tanto vale che fai a caso.

Mobile addiction

Non e’ divertentye come per amministrare un blog, ovvero in effetti accedere a una web-application uno debba avere un’applicazione apposta? Che ha che non va il browser?? L’app di google x iphone che cazzo fa? Cerca su google…….

the Lord is my shepherd, I shall not want… [no, this is not a christian blog.]